Gli studi sulla storia dell’anarchismo vantano oramai, in Italia, diverse generazioni di studiosi; le prime, attive dal secondo dopoguerra, ne hanno elaborato e consolidato la conoscenza, le successive, attive soprattutto negli ultimi decenni e forti del portato e del confronto con le prime, sono approdate a significative innovazioni circa i campi di ricerca e la proposta metodologica. Da questo punto di vista alcuni appuntamenti scientifici sono stati particolarmente significativi. Ricordiamo l’esperienza della «Rivista Storica dell’Anarchismo», semestrale uscito tra 1994 e 2004 per le bfs Edizioni, unico periodico di carattere scientifico dedicato interamente alla storia dell’anarchismo e dei movimenti antiautoritari. Quindi lo straordinario sforzo del Dizionario biografico degli anarchici italiani, ovvero la ricostruzione di circa duemila biografie che, uscito tra 2003 e 2004 sempre a cura della bfs Edizioni, ha avuto il merito dichiarato di illuminare la “storia di quelle migliaia e migliaia di oscuri militanti che hanno costituito in gran parte il tessuto connettivo del movimento”, e così porsi come strumento fondamentale per progredire nella ricerca sul tema (vol. i, p. v), ma anche quello taciuto di aggregare centinaia di studiosi di diversa provenienza e formazione a partire dalla ricerca e interpretazione di fonti inedite, conservate sia in archivi pubblici sia in archivi privati. Infine, occorre menzionare la serie di incontri promossi tra 2013 e 2014 dal Comitato Scientifico dell’Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa che, chiamando a raccolta e confronto studiosi di differenti generazioni, hanno costituito una vera e propria cesura; l’esito di queste iniziative è poi culminato in una densa pubblicazione uscita nel 2016, che fa il punto sullo stato della storiografia dell’anarchismo italiano.